Ad un suo amico intimo, semplice sacerdote, non disdegnò di servire la Messa, quale Cardinale Patriarca di Venezia. “Domani devo partire per tempo”, disse il buon ospite a mons. Sarto, “ma vorrei però, prima, celebrar la Messa”. “Non vuoi”, rispose il Cardinale al prof. Agnoletti, “La puoi celebrare quanto per tempo ti piace; vedrai che troverai tutto pronto; siamo in un palazzo vescovile, sai, qui!”
Alla mattina, infatti, assai di buon’ora il valoroso professore trevigiano si alza, fa il suo apparecchio per il santo Sacrificio, entra nella Cappellina e vi trova il Crdinale affacendato ad apparecchiare l’occorrente per la celebrazione. L’erudito ospite, sorpreso a tanta sollecitudine, guarda, e tace, ma non vedendo giungere ivi alcun altro: “Eminenza”, disse, “ma chi mi serve la Messa?” “Io te la servo”, rispose il Cardinale. “Oh! … ma Eminenza …” “Lascia là, lascia là”, interruppe il Cardinale, “vuoi che un prelato del mio grado non sappia nemmeno servir Messa? La bella stima che hai tu dei Principi della Chiesa!”.
E come se fosse stato l’ultimo chierichetto di campagna servì la Messa dal principio alla fine.
Fonte: libro del Marchesan – Ignis Ardens maggio-giugno 1958