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Separazione tra Chiesa e Stato: Macron elogia la legge del 1905 e la secolarizzazione della Francia

Vehementer Nos San Pio X

La Francia ha commemorato un nuovo anniversario della legge di Separazione tra Chiesa e Stato, promulgata il 9 dicembre 1905, un testo che ha trasformato radicalmente il rapporto storico tra la nazione e il cattolicesimo. Il presidente Emmanuel Macron ha presentato la norma come un pilastro contemporaneo di coesione e libertà. Tuttavia, come ricorda un recente analisi pubblicato da LifeSiteNews, l’approvazione di quella legge fu segnata da un contesto di confronto politico e sociale che sfociò in una delle ondate di anticlericalismo.

 

Un laicismo preceduto da espulsioni di massa e soppressione educativa

Dalla Rivoluzione del 1789 la Francia aprì una frattura che si allargò sempre di più col tempo, già nel 1901, con la Legge sulle Associazioni, il governo francese iniziò a esigere un’autorizzazione statale preventiva per le congregazioni religiose. La maggior parte non ottenne quel permesso, il che portò a l’espulsione di diversi migliaia di religiosi —una cifra ampiamente documentata negli archivi dipartimentali e nei lavori classici di Jean-Marie Mayeur e René Rémond— e alla chiusura sistematica di scuole cattoliche in tutto il paese tra il 1902 e il 1906.

San Pio X, che visse in prima persona queste tensioni, descrisse nella sua enciclica Vehementer Nos (1906) “la dispersione e dissoluzione degli ordini religiosi” e denunciò che molti dei suoi membri furono gettati “nella più assoluta indigenza”. Le cronache parlamentari dell’epoca confermano la volontà esplicita di ridurre l’influenza sociale del cattolicesimo, considerato da settori repubblicani radicali come un ostacolo alla modernizzazione dello Stato.

 

L’espulsione dei certosini e l’avanzata della secolarizzazione

Uno degli episodi più emblematici fu lo sgombero della Grande Chartreuse, la casa madre dell’Ordine Cartusiano, eseguito da forze militari nel 1903 dopo il rifiuto del governo di concedere l’autorizzazione richiesta dalla Legge sulle Associazioni. L’intervento fu ampiamente coperto dalla stampa contemporanea e simboleggiò lo scontro diretto tra Stato e vita monastica.

Durante questi stessi anni, la politica secolarizzatrice avanzò in tutti i settori della vita pubblica. Furono rimossi simboli religiosi dai tribunali e dalle amministrazioni; fu proibita o limitata l’istruzione religiosa nelle scuole pubbliche; e numerosi ospedali gestiti da congregazioni furono nazionalizzati, spesso senza restauro successivo. Pio X riassunse queste azioni come una “secolarizzazione totale di scuole e ospedali” e denunciò il divieto di “ogni atto o emblema che evocasse la religione” negli organismi pubblici.

Questi fatti sono pienamente documentati sia nella storiografia francese che nei testi ufficiali dell’episcopato di inizio del XX secolo.

 

Macron rivendica la legge come garante di libertà, ma la Chiesa ricorda una rottura profonda

Nel suo intervento ufficiale per l’anniversario, Emmanuel Macron ha elogiato la legge del 9 dicembre 1905 come una conquista repubblicana che avrebbe garantito la neutralità dello Stato e la libertà individuale di coscienza. Per il presidente, la laicità è un elemento indispensabile del patto civico francese.

Ciononostante, come ricorda LifeSiteNews citando documenti dell’epoca, la ricezione ecclesiale fu molto diversa. Per la Chiesa, quella legge non fu un quadro di libertà, ma una rottura con secoli di tradizione. La legislazione del 1905 significò, di fatto, l’espropriazione di beni parrocchiali e diocesani, lo scioglimento legale di ordini contemplativi e lo svuotamento del ruolo sociale del cattolicesimo in Francia.

Lo stesso Pio X qualificò la legge, appena un anno dopo la sua promulgazione, come un “offesa alla religione” e avvertì che non poteva essere considerata neutrale, perché rompeva unilateralmente con la tradizione concordataria vigente fin da Napoleone.

 

Un dibattito che continua a segnare la Francia

Il contrasto tra il racconto ufficiale dello Stato e la memoria della Chiesa torna a farsi visibile ogni volta che si ricorda la legge del 1905. Per alcuni, simboleggia la maturità dello Stato repubblicano; per altri, è il ricordo di una persecuzione istituzionalizzata che lasciò ferite profonde e che ancora influenza le tensioni attuali su libertà religiosa e presenza cristiana nella vita pubblica.

 

 

 


Fonte: Infovaticana

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