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San Pio X: il cambiamento fedele al Vangelo

 

 

San Pio X di Carmelo RacoSan Pio X in un disegno di Carmelo RacoPapa Sarto visse tempi in cui gli insegnamenti cristiani rischiavano di svanire, ma la sua risposta fu rivoluzionaria. Stabilì che non solo gli adulti ma anche i bambini avessero accesso alla comunione.

 

Una delle figure che la liturgia odierna propone alla nostra meditazione è quella di uomo dalle umili origini, il quale ha lasciato un profondo solco nel quale le generazioni future hanno potuto raccogliere i frutti copiosi delle iniziative da lui seminate. È Papa Pio X, il cui nome di nascita fu Giuseppe Sarto. Nato a Riese, Treviso, il 2 Giugno del 1835, apparteneva al ceto contadino e popolare. Da questo contesto umile, ma pieno di semplicità e di gioia della fede, nacque la vocazione di Giuseppe, che fu uno dei primi Pontefici della storia ad avere ricoperto tutte le cariche dell’ordinazione: da quella di cappellano sino ad arrivare a Pontefice di Santa Romana Chiesa.

Giuseppe Sarto è stato sacerdote in parrocchia, successivamente fu eletto vescovo di Mantova, patriarca di Venezia ed infine è arrivato al Soglio pontificio con il nome di Pio X. Il suo programma di governo fu quello di consolidare la centralità di Cristo, proponendo un forte impulso nel riaffermare il primato della partecipazione eucaristica e riscoprire la bellezza e la dignità della sacra liturgia.

Tante sono le attività promosse da Pio X: difendere la integrità della dottrina, promuovere la comunione eucaristica partendo dai fanciulli, rivedere la legislazione ecclesiastica, occuparsi della riforma della Curia Romana e dell’Azione Cattolica, migliorare la formazione dei candidati al sacerdozio, redarre un nuovo catechismo della Chiesa Cattolica, stimolare la diffusione dello studio biblico, avviare la riforma della liturgia e del canto sacro. Pio X morì a Roma nell’agosto del 1914.

La vita di questo santo Papa ha cambiato davvero il volto della Chiesa. Pio X ha apportato quel cambiamento che è connaturale nell’evoluzione umana ed ecclesiale. Le sue origini contadine gli hanno permesso di vedere come i cambiamenti non devono spaventare la Chiesa, perché sono il naturale proseguimento delle mutazioni della storia. Giovanni XXIII, un altro grande Papa succeduto a Pio X circa quattro decenni dopo, anche lui di origini contadine, comprese le prime avvisaglie del cambiamento della società, le difficoltà della Chiesa. Per questo non ebbe paura di proporre il Concilio Vaticano II per affrontare le nuove sfide dei mutamenti degli stili di vita delle persone.

Ma tutti i cambiamenti hanno efficacia quando sono radicati e fondati sugli esempi di vita evangelica offerti da Cristo e dalla Chiesa primitiva. In realtà Papa Sarto ha vissuto tempi nei quali il contesto sociale, economico e lavorativo stava subendo delle mutazioni, lontani dagli insegnamenti cristiani, che lentamente cercavano di entrare nella vita della Chiesa. La sua risposta a questa ventata di secolarismo fu di rafforzare il cammino della Chiesa, favorendo il soffio dello Spirito Santo sulla vela della barca guidata da Pietro.

Pio X partì con l’affermare l’importanza della celebrazione dell’Eucarestia, non solo per le persone adulte ma anche per i bambini. L’apprendimento della fede, la comunione con Cristo, l’ascolto della Parola di Dio, la necessità dell’ossigeno della preghiera, sono tutti atteggiamenti che vanno insegnati ai piccoli, affinchè quando arriva l’età matura una persona possa portare i frutti richiesti da Dio e dalla natura umana stessa. Oggi assistiamo al triste fenomeno dell’abbandono della Chiesa dopo avere ricevuto la prima comunione. Quei pochi ragazzi che si accostano a ricevere il Sacramento della Confermazione, lasciano la Chiesa definitivamente, nella migliore delle ipotesi per lunghi pericoli, o partecipando con poca frequenza alla vita della comunità.

L’idea rivoluzionaria di Pio X fu quella di riportare la Parola di Dio al centro della vita delle persone. Proporre un catechismo semplice, chiaro e breve, che offre la possibilità di impararlo a memoria e poter accedere facilmente a tutti i contenuti della fede cristiana, fu una intuizione geniale, perchè consentiva di lasciare impressa nella mente e nei cuori delle persone, a partire dai bambini, quelle frasi comprensibili a tutti, per essere meditate e applicate nella vita quotidiana.

La cura della liturgia e del canto sono elementi fondanti del rinnovamento della Chiesa. La liturgia è il momento nel quale Cristo è presente in mezzo a noi, dove si proclama la Parola di Dio, si rinnova la professione di fede, si elevano le preghiere più intime a Dio, dove si riceve il Suo corpo e il Suo sangue. Considerata la vastità, la profondità e la ricchezza dei doni ricevuti, è indispensabile creare quel contesto di preparazione in cui la Chiesa possa esaltare la bellezza, l’armonia e lo splendore di quello che si sta celebrando. Gli arredi sacri, i dipinti, i mosaici, la pavimentazione, hanno la missione di risaltare il valore della liturgia.

Il canto è la forma di alta di preghiera, non solo perché offre la possibilità di dare una intonazione alle parole che si stanno pronunziando, ma soprattutto perché dona l’occasione a ciascuno di inserirsi in quel coro sacro, dove la voce di ognuno, anche quella più stonata, richiama l’appartenenza all’unico corpo ecclesiale della comunità.

Avere maggiore cura della formazione dei futuri sacerdoti, riformare la Curia Romana e la Azione Cattolica, sono gesti che denotano quella sapienza evangelica, la quale invita il cambiamento prima di noi stessi, e solo dopo si può pretendere un avvicinamento da parte dell’altro.

Questa è la linea che hanno seguito tutti i successori di Pio X sino ad arrivare a Papa Francesco, il quale ricorda ogni giorno con le sue parole e i suoi gesti, l’urgenza per ogni uomo e donna che si definiscono cristiani, di seguire Gesù Cristo portando la propria croce, e vivere con coerenza e fedeltà quella solidarietà verso gli ultimi della società nei quali Cristo è rimasto a vivere in mezzo a noi.

 

 

 


Fonte: Osvaldo Rinaldi in ZENIT

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