Per quanto riguarda quest'argomento, il non plus ultra doveva verificarsi e si verificò -almeno in apparenza- a Roma dove si diffuse la notizia che lo stesso Papa Pio X sarebbe stato interpellato sul tema della decenza della danza rioplatense e avrebbe assistito al ballo di un tango nel suo appartamento.
È questa una storia che tutti menzionano e pertanto sembra giunto il momento di chiarire i suoi contorni alla luce dei documenti. Pio X, che sarebbe morto lo stesso anno e sarebbe stato in seguito canonizzato, fu un innovatore sotto apparenze conservatrici.
Col suo secondo Motu proprio del 25 aprile 1914 operò una riforma della musica sacra e incaricò i monaci benedettini dell'Abbazia francese di Solesmes della preparazione di un'edizione vaticana del canto gregoriano sulla base di una revisione dei codici antichi. Per questo motivo occupa un luogo nella storia della musica liturgica cattolica.
Però, la leggenda che lo mette in relazione con il tango nacque, in realtà, il 28 gennaio del 1914, quando il Corriere della Sera pubblicò ciò che segue:
"Il corrispondente romano del Temps, Jean Carrère, raccoglie la voce curiosa che il Papa abbia raccomandato la furlana, l'antica danza veneta, ad una giovane coppia patrizia da cui si sarebbe fatto dare un saggio del tango. Il Papa, vedendo le smorfie che i due giovani erano costretti a fare per ricordarsi ogni movimento, li commiserò dicendo:
-Capisco che voi amiate la danza. Essa conviene alla vostra età, e così è sempre stato come sempre sarà. Ballate, dunque, poiché ciò vi fa piacere. Ma invece di adottare queste ridicole contorsioni barbare, perché non scegliere quella meravigliosa danza veneta che io vedevo spesso ballare nella mia giovinezza e che è così elegante, così distinta, così latina: la furlana?.
-La furlana? domandarono sorpresi i due giovani adepti del tango.
-Come, non conoscete la furlana?
E il Papa, tutto arzillo, avrebbe accennato già ad alzarsi, come se avesse inteso rivelare egli stesso le armoniose movenze di questa danza graziosa.
(...) Jean Carrère si dice convinto che la "danza del Papa" non tarderà a detronizzare completamente ogni altra danza mondana. La storiella è graziosa e si può accoglierla a titolo di curiosità."
[...]Questo significa che, almeno in un primo momento, la stampa non espresse alcun dubbio sull'inverosomiglianza della storia. Anzi, indicò in varie occasioni il nome dell'autore dell'invenzione. Con il passar del tempo, però, e a forza di ripetere l'aneddoto con piccoli cambiamenti, gli stessi giornalisti finirono col considerarlo vero.
Le prime smentite da parte del Vaticano arrivarono subito. Già il 30 gennaio sotto il titolo "Il Papa e la Furlana: una protesta", si legge nel Corriere della Sera che...
"Il ridicolo di tutto il pubblico sarebbe degno e sufficiente castigo dei pretesi informatori vaticani per l'offesa dignità dell'augusta persona del Pontefice, gratuitamente immischiato in queste invenzioni grossolane, se non reclamasse anche la protesta disdegnosa di ogni cattolico".
E due giorni più tardi, nello stesso periodico si pubblica che
"Di fronte alle voci diffuse negli ultimi giorni da alcuni giornali secondo i quali dinanzi al Papa avrebbe avuto luogo una rappresentazione di tango, la Nunziatura pontificia è autorizzata a dichiarare che queste voci offensive per Sua Santità sono completamente infondate".
[...] Il tentativo di Carrère da i suoi frutti. La furlana entra in competizione con il tango, almeno negli spazi che questo aveva occupato nella stampa.
[...] Il più completo degli articoli che si pubblicano durante quei giorni di febbraio sul tentativo di sostituire il tango con la furlana e la conseguente variazione nella moda dei balli, tratta il tema con tale ricchezza di dettagli e con una varietà così grande di epiteti che supera ogni possibile commento:
"Corrono giorni tristi e difficili per il tango. Un successo immediato, clamoroso, un furore, una mania, una pazzia, una popolarità sconfinata: tutto il mondo conquistato e intangato in un momento. Il parossismo. Nessuna danza ha mai avuto una così fulminea e così vasta celebrità. Ma ecco che a due o tre mesi appena dal suo maggior trionfo, il tango comincia a declinare, a piegarsi, a tramontare.(...) Viveva glorioso e incontrastato. Era il padrone, e non aveva rivali. Adesso invece ne ha uno, ed è una rivale. Ahimè, si: la furlana. Tango?, o furlana? Il dubbio è grave (...) e il tango vacilla sul suo piedistallo. (...) I cinematografi si sono impadroniti subito dell'avvenimento e le proiezioni della furlana hanno un grande successo (...) La voga improvvisata mette un grande interesse attorno alla vivace danza veneta. (...) Tango? O furlana? E una cosa che non si può risolvere così, su due piedi, ce ne vogliono almeno quattro".
Fonte: Il Corriere della Sera - 08/02/1914