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«Le preghiere di oggi a san Pio X diventino sforzi di pace per il mondo intero»

Il Vescovo Tomasi a Riese per la festa liturgica del santo, a 110 anni dalla morte di papa Sarto e a 70 dalla sua canonizzazione.

2024 08 21 messa san Pio XLa messa presieduta dal Vescovo a Riese mercoledì 21 agosto 2024

Con la reliquia di San Pio X tra le mani, monsignor Michele Tomasi, vescovo di Treviso, ha benedetto i presenti e ha pregato per la comunità di Riese, per la Collaborazione pastorale e per il mondo intero. “Che le preghiere di oggi, a un anno dalla “peregrinatio corporis” di San Pio X, a 70 anni dalla sua canonizzazione e a 110 anni dalla sua morte, diventino sforzi di pace per il mondo intero”. Così Monsignor Tomasi ha concluso i due giorni dedicati alla festa di San Pio X a Riese.


Il giorno prima, il 20 agosto, si era tenuto un concerto e una multivisione dedicata alla vita del Santo, mentre il 21 agosto, mercoledì, alle 20, presso la chiesa parrocchiale, il vescovo Tomasi ha presieduto la messa, concelebrata con don Giorgio Piva, parroco di Riese, e altri confratelli, nel giorno della memoria liturgica del santo. Nelle parole del Vescovo e nella sua esortazione alla pace, è impossibile non cogliere quella stessa preoccupazione che 110 anni fa, all’approssimarsi della sua fine, coglieva San Pio X, il quale sentiva avvicinarsi quello che lui definiva il “guerrone”, che poi tragicamente si concretizzò nella Grande Guerra.


Le due giornate, specie la celebrazione eucaristica, sono state un’occasione per rivivere l’esperienza profondamente comunitaria e di incarnazione nel proprio tempo della “peregrinatio corporis”. Monsignor Tomasi ha ricordato l’esempio di papa Sarto, che partì dalla semplicità del suo villaggio per arrivare alla universalità del suo pontificato. “Un percorso, un cammino che abbiamo rivissuto come popolo intero e in comunione, secondo tre vocazioni fondamentali: la santità, come riconoscenza a San Pio X e come aspirazione di tutti; la pastoralità, ovvero l’essere testimoni della nostra fede in ogni ambiente di vita e il prendersi cura gli uni degli altri; la missionarietà, il sentirsi mandati ad annunciare il Vangelo, la buona notizia che siamo amati, ora e per l’eternità”.


Su quest’ultimo punto, Tomasi ha insistito nell’omelia, commentando la lettera di San Paolo apostolo ai Tessalonicesi. “San Paolo amava particolarmente la comunità di Tessalonica. Nella lettera ricorda di essere stato mandato ad annunciare il Vangelo, non per compiacere gli uomini, ma Dio. Un annuncio fatto non per fama o per gloria, ma solo per amore del Vangelo”. Il Vescovo lo ha definito “amore materno”, come quello di una madre in mezzo ai figli. Quell’amore che ha modellato la vita di papa Sarto sin da bambino: chiamato ad annunciare Gesù e devoto a Maria, da cui ha accolto l’amore materno. Così ha imparato a prendere tutto sul serio, a essere sobrio e povero, ma anche a guardare il mondo con un po’ di ironia, riconoscendo l’amore ovunque si trovi.


Dopo la liturgia della Parola e dell’Eucaristia, la reliquia di San Pio X e la sua effigie sono state portate in processione nel centro di Riese, fino alla casa natale di Papa Sarto. Poi, la benedizione finale del Vescovo e il suo particolare ringraziamento a quanti hanno contribuito nel 2023 alla “peregrinatio corporis”. “Ci rivediamo stasera, a quasi un anno di distanza da quell’evento. Colgo questa occasione per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a quell’evento straordinario, in particolare la parrocchia e il parroco don Giorgio, la Collaborazione pastorale, la Fondazione Pio X, i collaboratori, i volontari, l’Amministrazione comunale, le Forze dell’ordine, la Polizia locale, e i tanti altri che hanno dato il loro contributo”.


A conclusione si è aggiunto ai ringraziamenti il parroco, don Piva. “Grazie innanzitutto al Signore che ci ha donato questo splendido Santo, grazie al Vescovo, e poi, per questa serata, alle corali, ai lettori, ai catechisti, ai confratelli e, aggiungo, per quanto fatto in questi anni per la figura del nostro patrono, alla Fondazione Pio X, all’Amministrazione comunale, alla Protezione civile, senza dimenticare i Cavalieri del Santo Sepolcro, i volontari dell’Unitalsi che stanno per partire per il pellegrinaggio diocesano a Lourdes. Da ultimo, una parola speciale per don Antonio Guidolin che da 13 anni cura le didascalie sulla vita e l’opera di Pio X, che accompagnano le nostre processioni a lui dedicate”.

 

 

 


Fonte: Mariano Montagnin in La Vita del Popolo

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