Carissimi beneamati in Cristo,
Oggi celebriamo la festa del Papa S. Pio X, il cui motto era “Instaurare omnia in Christo” (“Ricapitolare tutte le cose in N.S. Gesù Cristo”) ed è particolarmente dai suoi insegnamenti papali che troviamo i principi dottrinali che giustificano la nostra posizione teologica per mantenere la Fede cattolica tradizionale e rigettare le false innovazioni della Chiesa Conciliare del Concilio Vaticano II.
All’inizio di questo XX secolo, il santo pontefice metteva in guardia il gregge di Cristo da certi moderni errori in filosofia e teologia che minacciavano di distruggere la Fede cattolica e che in seguito chiamò l’eresia del Modernismo. Il Papa aveva così a cuore questo pericolo che promulgò uno speciale decreto, il Lamentabili (3.7.1907) ed una speciale enciclica, la Pascendi (8.9.1907), nei quali chiaramente e sistematicamente espose e refutò tali errori dottrinali. Ciononostante, poiché ancora si facevano sforzi per continuare a promuovere la causa modernista, Papa S. Pio X nella sua paterna sollecitudine redasse e pubblicò, il 1° settembre 1910 il Giuramento Antimodernista. Quest’ultimo lo impose a tutti i seminaristi prima del conferimento degli ordini maggiori, a tutti i professori di filosofia e teologia dei seminari e delle università, e a tutti i confessori, i pastori d’anime, i predicatori e i superiori religiosi.
Dal tempo della sua pubblicazione, questo Giuramento venne prestato fedelmente da tutto il clero fino all’arrivo del Concilio Vaticano II, quando fu abrogato. Dal tempo dell’abrogazione, il clero modernista, che prima era rimasto ben nascosto, venne prepotentemente allo scoperto con le più assurde teorie ed errori riguardo all’interpretazione delle Sacre Scritture, alla Sacra Tradizione e alle dottrine della nostra Fede cattolica. Come son diventate applicabili le parole di S. Paolo a Timoteo durante gli ultimi trent’anni, nei quali il Modernismo è divenuto così aggressivo!:
“Predica la parola, insisti a tempo, e fuori tempo; confuta, esorta, sgrida con ogni pazienza e dottrina. Perché verrà un tempo in cui non sopporteranno la sana dottrina, ma per prurito di udire, ammucchieranno a se stessi dei maestri secondo i loro desideri, e si distoglieranno dall’ascoltare la verità volgendosi piuttosto alle favole” (II Timoteo 4:2-4).
Per meglio apprezzare gli avvertimenti profetici di Papa S. Pio X contro il Modernismo e per comprendere appieno i suoi devastanti effetti sulla Chiesa, rivediamo il Giuramento Antimodernista.
Prima di tutto, comprendiamo che il Modernismo si manifesta sotto diverse forme. Alcuni modernisti sono agnostici e negano la capacità della ragione umana di conoscere Dio, la sua esistenza ed essenza. Alcuni negano le prove esterne della divina rivelazione — i miracoli e le profezie. Molti modernisti professano il relativismo dogmatico — la continua evoluzione progressiva dei dogmi e delle dottrine da un senso ad un altro completamente differente. Molti modernisti hanno un concetto completamente erroneo della fede che si può identificare col termine di immanenza vitale — un sentimento cieco della religione che si originerebbe nel subcosciente.
Queste varie forme di Modernismo attaccano la nostra Fede Cattolica in una moltitudine di modi diversi. E così, la prima parte del Giuramento Antimodernista di Papa S. Pio X è una forte affermazione delle principali verità cattoliche opposte a questa eresia:
1) la dimostrabilità dell’esistenza di Dio da parte della ragione umana;
2) il valore e la convenienza dei miracoli e delle profezie come criteri della divina rivelazione;
3) l’istituzione storica della Chiesa da parte di Cristo;
4) il carattere immutabile della dottrina cattolica;
5) la ragionevolezza ed il carattere soprannaturale della fede.
Il Giuramento Antimodernista cita dapprima le verità cattoliche opposte al moderno agnosticismo:
“Io professo che Dio, origine e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza mediante la luce naturale della ragione a partire dal mondo creato (v. Rom. 1:20), cioè, dalle opere visibili della creazione, come una causa dai suoi effetti, e che, pertanto, si può anche dimostrare la Sua esistenza.
“In secondo luogo, accetto e riconosco le prove esterne della rivelazione, cioè, gli atti divini e specialmente i miracoli e le profezie come i segni più sicuri dell’origine divina della religione cristiana e credo che queste stesse prove sono bene adatte per essere comprese in tutte le epoche e da tutti gli uomini, anche al tempo presente.”
Come possono alcuni modernisti negare la nostra capacità di conoscere l’esistenza di Dio allorché l’armonia e l’ordine del mondo intorno a noi richiedono come causa un Essere intelligente e infinito? Come possono alcuni modernisti negare i miracoli e le profezie dell’Antico e del Nuovo Testamento — testimoniati da così tanta gente che visse e morì per la verità di ciò a cui aveva assistito? Da questi due aspetti del Giuramento, posiamo capire la mentalità della mente modernista che si allontana dalla verità oggettiva e dall’evidenza concreta per seguire teorie e speculazioni puramente soggettive.
Tutto ciò coincide con precisione con le parole di S.Paolo sopra citate:
“....non sopporteranno la sana dottrina, ma per prurito di udire, ammucchieranno a se stessi dei maestri secondo i loro desideri... e si volgeranno piuttosto alle favole” (II Timoteo 4:2-4).
La successiva parte del Giuramento da considerare tratta propriamente della fondazione della Chiesa da parte di Cristo e della invariabilità delle dottrine insegnate da Cristo agli Apostoli, e da loro fedelmente trasmesse ai loro successori:
“In terzo luogo, credo con fede ugualmente ferma che la Chiesa, guardiana e maestra della parola rivelata, fu personalmente istituita dal reale e storico Gesù Cristo quando visse tra noi, e che la Chiesa fu costruita su Pietro, il principe della gerarchia apostolica, e i suoi successori nel corso del tempo.
“In quarto luogo, sinceramente professo che la dottrina della fede ci fu trasmessa dagli Apostoli attraverso i Padri di retta dottrina esattamente con lo stesso significato e sempre con lo stesso senso. Perciò, rigetto interamente l’eretica rappresentazione distorta che i dogmi evolverebbero e cambierebbero da un significato ad un altro, differente da quello che la Chiesa tenne in precedenza.”
Per i modernisti, le dottrine della Chiesa sono evolute di età in età, proprio come dicono che la Chiesa è evoluta. Questa evoluzione, pretendono, continuerà fino alla fine del tempo. Secondo il pensiero modernista, le verità insegnate da Cristo e fedelmente spiegate di secolo in secolo dalla Chiesa Cattolica, devono ora esser aggiornate ai tempi attuali. Quanto spesso non abbiamo sentito i preti modernisti istruire i loro fedeli a dimenticare il loro vecchio modo di pensare e di mettersi al passo coi tempi!
Quanto è contrario tutto ciò alle parole di Cristo agli Apostoli!:
“Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre vi manderà nel Mio Nome, vi insegnerà ogni cosa, e vi ricorderà ogni cosa che ho detto” (Giov. 14:26).
“E chiederò al Padre e vi darà un altro Consolatore che dimori per sempre con voi, lo Spirito di Verità che il mondo non può ricevere, perché né Lo vede, né Lo conosce” (Giov. 14:16).
“Andate, dunque, insegnate a tutte le nazioni... insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Matt. 28:19).
“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crede ed è battezzato sarà salvato, ma chi non crede sarà condannato” (Marco 16:16).
Come possono mai le verità divine, insegnate da Cristo ed attentamente preservate nella Chiesa Cattolica mediante la divina assistenza dello Spirito Santo, cessare di essere vere col passar del tempo o il cambiamento delle circostanze? Il comando di Cristo agli Apostoli “di insegnare ogni cosa a tutte le nazioni” e la Sua promessa di essere con la Sua Chiesa “tutti i giorni, fino alla consumazione del mondo” garantiscono in ogni età la preservazione delle divine verità.
Di tutti gli aspetti del giuramento, questo quarto punto è il più importante che dobbiamo considerare. Poiché quando confrontiamo gli insegnamenti infallibili di Papa Pio IX nel Sillabo degli Errori e nell’enciclica Quanta Cura, con i decreti del Vaticano II, troviamo una differenza assolutamente irriconciliabile. Papa Pio IX condannò esplicitamente l’indifferentismo religioso e la libertà religiosa; il Vaticano II insegna chiaramente il contrario. E come hanno spiegato questa contraddizione i modernisti al Concilio Vaticano II? Non l’hanno affatto spiegata, perché non potevano!
Hanno invece aggirato la questione, procrastinandola. P. Courtney Murray S.J., autore del decreto del Vaticano II “Dignitatis Humanae” sulla Libertà Religiosa, si rese conto delle contraddizioni fra gli insegnamenti di Papa Pio IX e questo decreto del Vaticano II, e disse che la riconciliazione fra i due avrebbe dovuto esser lasciata all’opera dei futuri teologi.
Il quinto aspetto del Giuramento Antimodernista concerne la fede. Infatti è dal falso concetto modernista della fede “ immanenza vitale ” che i modernisti pretendono che i seguaci delle false religioni del mondo, come l’Animismo, il Buddismo, l’Induismo, ecc., abbiano “fede.”
Il Giuramento Antimodernista chiaramente identifica questo errore e perciò presenta il concetto cattolico di fede:
“In quinto luogo, tengo per certo e sinceramente confesso che la fede non è un cieco sentimento della religione scaturente dalle profondità del subconscio sotto l’impulso del cuore ed il movimento di una volontà abituata alla moralità; ma la fede è un genuino assenso dell’intelletto alla verità ricevuta tramite l’ascolto di una fonte esterna. Con questo assenso, a causa dell’autorità di Dio supremamente verace, crediamo esser vero che ciò che è stato rivelato e attestato da un Dio personale, nostro Creatore e Signore.”
Ancora una volta, vediamo come i modernisti si allontanano dalla verità oggettiva per entrare nel regno della speculazione soggettiva. Quando si riduce la fede a mero umano “sentimento della religione scaturente dalle profondità del subconscio” allora si considera che ognuno abbia “fede.” L’animista, il praticante del vudu, l’indù, e il buddista, secondo il modernista, hanno “fede” — “sentimento della religione.” Non c’è dubbio che tale falso principio indusse Giovanni Paolo II ad invitare 150 religioni del mondo ad Assisi a pregare i loro dei per la pace del mondo. Ed è stato già detto prima così tante volte, il falso ecumenismo di Assisi fu un assoluto abbandono del Primo Comandamento di Dio:
“Io sono il Signore Dio tuo; non avrai altro dio all’infuori di Me.”
Infine, il Giuramento Antimodernista riguarda parecchi altri errori modernisti, fra i quali, dovremmo fare particolare attenzione alla falsa interpretazione della Sacra Scrittura:
“Similmente, rigetto quel metodo di giudizio e interpretazione della Sacra Scrittura che, dipartendosi dalla Tradizione della Chiesa, dall’analogia della fede, e dalle norme della Sede Apostolica, abbraccia le erronee interpretazioni dei razionalisti e senza alcuna prudenza o restrizione adotta la critica testuale come unica e suprema norma.”
Oggi possiamo frequentemente trovare preti modernisti e teologi che negano apertamente il racconto biblico di Adamo ed Eva, il peccato originale, il diluvio, e moltissimi altri eventi storici della Bibbia. In questa materia, troviamo che i modernisti in realtà non credono alla divina ispirazione della Sacra Scrittura. Come li descrisse Papa S. Pio X nell’enciclica Pascendi:
“I modernisti non esitano ad affermare comunemente che questi libri (la Sacra Scrittura) e specialmente il Pentateuco e i primi tre Vangeli, sono stati gradualmente formati da successive addizioni ad una primitiva breve narrazione.”
A partire da questa falsa teoria sulla Sacra Scrittura, essi cercano di scrivere una storia di tale “evoluzione vitale” nei Libri Sacri che, una volta di più, non è basata su una qualunque evidenza oggettiva, ma solo sulla loro falsa speculazione:
“Indubbiamente essi (i modernisti) scrivono attualmente questa storia, e con una tale e facile sicumera che si potrebbe credere che abbiano visto coi loro stessi occhi gli scrittori all’opera mentre accrescevano i Libri Sacri attraverso le età.”
Negli scorsi anni ’70, due studenti di un’università dei Gesuiti visitarono una volta il nostro seminario e ci spiegarono la loro “storia” di Adamo ed Eva. Ci dissero che se si legge “tra le righe” il Libro della Genesi, si trova che Adamo ed Eva non furono persone individuali reali, ma due diverse tribù. Quindi descrissero vividamente come la “tribù Adamo” venne condotta alla distruzione dalla “tribù Eva.” Quando fu loro chiesto di provare una tale selvaggia interpretazione, dissero che è del tutto ovvia se si legge “tra le righe” il Libro della Genesi. E questo non è affatto un esempio isolato. Recentemente, un prete modernista e professore di Sacra Scrittura fece lezione sulle Epistole di S. Paolo e tirò fuori la teoria che era impossibile per lui credere che un Dio tutto misericordioso potesse mandare qualcuno all’inferno per tutta l’eternità, anche se la sua teoria contraddiceva le parole di Cristo stesso. Esempi di tale follia sono troppo numerosi per trattarne qui.
Avendo considerato brevemente alcuni dei più importanti errori del Modernismo, possiamo meravigliarci che Papa S. Pio X sia stato così adamantino nell’esporre e refutare questa eresia? Il Modernismo ha condotto all’apostasia del nostro tempo. Guardiamo dunque sempre a N.S. Gesù Cristo, ai Suoi insegnamenti, e alla Sua Chiesa per rimanere sul cammino della salvezza; e che anche noi possiamo vivere il motto di Papa S. Pio X: “Instaurare omnia in Christo.”
In Christo Jesu et Maria Immaculata,
+ Mark A. Pivarunas, CMRI
Fonte: S.E. Mons. Mark A. Pivarunas, CMRI
Pubblicato in Congregation of Mary Immaculate Queen (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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