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Seminario, intreccio vivo di relazioni

Il vescovo Michele Tomasi, nel suo Messaggio in occasione della Giornata, sottolinea l’importanza che tutta la Diocesi si prenda cura della formazione dei futuri presbiteri, assieme al Seminario, in un intreccio vivo di relazioni nella Chiesa. 

Seminario intreccio vivo di relazioni 

“Collaboratori dell’ordine episcopale e suo aiuto e strumento, chiamati al servizio del popolo di Dio, costituiscono col loro Vescovo un unico presbiterio, sebbene destinato a diversi uffici” (Lumen Gentium, 28).


Il Seminario svolge l’importante compito della formazione dei futuri preti, e aiuta il Vescovo nella responsabilità di portare a termine il discernimento vocazionale dei candidati. Il Seminario è importante: allena alla vita in comune e al comune impegno in un tempo di troppo, e troppo spinto, individualismo, forma alla preghiera in un tempo che fatica a trovare occasioni di silenzi abitati e che spegne il desiderio di bene e di infinito, in una apparente ragionevolezza che non sa più vedere l’invisibile.


La vita e il percorso del Seminario richiedono un tempo lungo di riflessione, di meditazione, di dedizione, di pazienza, in un periodo della storia che rischia di appiattirsi sul tempo dell’ultimo post sui social (pochi minuti?). Il Seminario accompagna con pazienza la fatica dello studio e del servizio, e continua a sfidare la maturazione personale dei seminaristi, che accettano di lasciarsi mettere in discussione, provando a vivere questo aspetto sulla misura alta del Vangelo.


Il Seminario forma alla collaborazione e al servizio. Alla collaborazione dei futuri presbiteri, tra di loro e con il Vescovo, e al servizio del Popolo di Dio. E’ un compito che richiede passione e competenza, capacità di leggere i segni dei tempi, disponibilità all’ascolto e fantasia per aiutare i seminaristi a percorrere le strade impervie e nuove del mondo e della Chiesa, oggi.


Per vivere le quattro «vicinanze» espresse da papa Francesco e opportunamente ricordate la settimana scorsa dall’intervento del rettore del Seminario, don Luca Pizzato, il Seminario deve essere sempre più luogo «aperto»: aperto al soffio dello Spirito Santo, con una vita liturgica e di preghiera capace di esprimere la lode e ascoltare anche «la voce del tenue silenzio» con cui il Signore parla al cuore degli uomini. Aperto alla passione per la formazione a tutti i livelli: umano, spirituale, intellettuale e pastorale. Aperto alla conoscenza della vita della Diocesi, alle vicende del nostro tempo e della nostra storia, alle domande di senso delle donne e degli uomini nostri contemporanei.


Il Seminario è chiamato a essere luogo in cui la necessaria e feconda fedeltà alla tradizione non sia “custodia delle ceneri, ma salvaguardia del fuoco”, come spesso ci ricorda il Papa. Perché possa essere sempre fedele a questa consegna, è necessario che tutta la Diocesi si prenda cura della formazione dei futuri presbiteri, assieme al Seminario. Questa non può essere «diffusa», ha bisogno di un centro di esperienze e di vita comunitaria, ma non può nemmeno venire «delegata» completamente ad un’istituzione, per quanto completa e competente.


È da un intreccio vivo di relazioni nella Chiesa che i seminaristi possono formare e sviluppare le caratteristiche che dovranno essere presenti nei futuri presbiteri, ed è soltanto in un continuo confronto con la storia e le vicende del nostro tempo che la spiritualità di chi si affida totalmente al Signore Crocifisso e Risorto può incarnarsi autenticamente e diventare generativa. In ascolto della Parola, della Chiesa, della storia, dei poveri e del creato, il presbitero saprà essere guida del Popolo di Dio se sarà fino in fondo suo compagno di viaggio.


Ringrazio di vero cuore il Rettore, gli educatori e le educatrici, e tutti coloro che a vario titolo permettono al nostro Seminario di svolgere al meglio la sua missione formativa. Ringrazio tutti coloro che in Diocesi accompagnano la vita e la missione del Seminario, per la preghiera che lo sostiene, e per ogni contributo fraterno alla formazione dei futuri presbiteri.


Su tutti invoco la benedizione del Signore.

† Michele, vescovo

 

 


Fonte: Vita del Popolo

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