Questi sono i santi e le sante che oggi celebriamo: persone umili, semplici, spesso sconosciute, che però hanno vissuto con lo sguardo verso l’alto nella contemplazione di Dio, e le braccia distese verso gli altri, nei gesti della mitezza, della giustizia, della misericordia, della pace, del perdono.
San Giovanni ci assicura che “noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato” (1Gv 3,2). Siamo tra un già e un non ancora. Le beatitudini stesse annunciano: siamo già beati, il Regno è già nostro, anche se le nostre lacrime devono ancora essere consolate, la nostra fame di giustizia saziata.
Camminiamo verso il compimento nella gioia di chi già lo assapora. Il sigillo di cui ci parla l’Apocalisse è già impresso sulla nostra fronte. È il sigillo della croce, che intreccia nella nostra vita la linea verticale e quella orizzontale, l’amore di Dio e l’amore per il prossimo.
Tutto si incrocia nella nostra esistenza e si tiene insieme, misteriosamente, ma realmente. Siamo peccatori, ma già santi, perché battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Siamo custoditi dal suo sguardo. Ricchi della sua gioia.
Preghiera:
Padre buono e santo, tu imprimi sulla nostra fronte il sigillo della tua somiglianza.
Noi ancora non ti vediamo, ma abbiamo riconosciuto nell’umanità di Gesù, vero uomo delle beatitudini, la rivelazione del tuo mistero.
Accordaci di diventare santi come tu se santo, seguendo tuo Figlio, per conformare a lui la nostra vita e assumere in noi la logica del suo amore, alto, profondo, ampio e largo.